“La Polveriera” di Stefano Petrocchi è un romanzo di memorie che si tinge di giallo, non il giallo oro del liquore che dà il nome al premio, ma piuttosto quello del thriller, e che narra i quasi settanta anni del premio letterario più prestigioso d’Italia attraverso una voce partecipe e appassionata. L’autore, che è il direttore della Fondazione Bellonci, racconta da insider le storie segrete dello Strega, ricostruendo più di mezzo secolo di libri e di cultura attraverso documenti inediti, carteggi e incontri. Nelle stanze traboccanti di libri della casa di Maria Bellonci, dove tutto è iniziato, e sulle terrazze fiorite che ospitano le riunioni della giuria, vediamo muoversi sotto la severa regia di Anna Maria Rimoaldi, “il Capo”, i protagonisti della cultura italiana degli ultimi settant’anni, da Calvino a Pasolini, da Moravia a Garboli, solo per citarne alcuni. La storia del premio viene narrata attraverso una galleria di dettagli insospettati, di intrighi, veleni, tradimenti, amicizie rotte e nuove alleanze. Petrocchi ha raccolto l’aneddotica intorno al premio e l’ha abilmente trasformata in un romanzo che restituisce le atmosfere di un evento che è qualcosa di più di un premio letterario. «Intorno allo Strega – scrive Petrocchi – si muove una giostra di predatori ». D’altra parte la stessa Maria Bellonci aveva scritto di possedere ben chiara «la percezione di aver architettato una polveriera» E se un romanzo sul Premio Strega s’intitola La polveriera qualcosa vorrà dire… Attraverso il ritratto inedito di una protagonista della vita culturale del secondo Novecento, Stefano Petrocchi ci offre una lettura coinvolgente e acuta delle passioni che infiammano le cronache culturali nel nostro Paese.
Stefano Petrocchi, nato a Rieti nel 1971, vive a Roma. Direttore della Fondazione Bellonci e segretario del comitato direttivo del premio Strega, ha curato la riedizione di varie opere di Maria Bellonci e la collezione edita dal “Sole 24 Ore” I capolavori del premio Strega.